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Informatica MAG / Editoriale

Pubblica Amministrazione. Il sistema di gestione delle deleghe di accesso ai servizi online per i cittadini che non riescono ad avere una identità digitale.

Dal 30 settembre 2021 l'accesso da parte dei cittadini ai servizi dela Pubblica Amministrazione dovrà avvenire esclusivamente attraverso le identità digitali nazionali (Carta d’Identità Elettronica CIE oppure SPID)

Dal 30 settembre 2021 il Decreto Semplificazioni n. 76 del 2020 prevede che la Pubblica Amministrazione deve consentire l’accesso ai propri servizi online da parte dei cittadini esclusivamente attraverso le identità digitali nazionali, cioè tramite la Carta d’Identità Elettronica (CIE), oppure tramite SPID.

Per raggiungere questo importante obiettivo è fondamentale riuscire ad abilitare all’utilizzo dei servizi digitali anche a coloro che, per molteplici ragioni (volontà, divieti o impedimenti). non riescono a ottenere un’identità digitale oppure, avendola, non sono in grado di utilizzarla al meglio.

Questo può riguardare non solo le persone con una limitata alfabetizzazione digitale ma anche quelle soggette a tutela, per effetto della quale è un terzo a rappresentarli nei confronti dello Stato e dei privati. Lo switch-off digitale era previsto da tempo dal Codice dell’Amministrazione Digitale ed oggi è possibile grazie all’istituzione del Sistema di Gestione delle Deleghe (SGD) attraverso cui i cittadini che ne hanno bisogno potranno autorizzare altri soggetti (cd. delegati), muniti di CIE o SPID, ad accedere ai propri servizi PA online.

Come funzioneranno le nuove deleghe digitali per un passaggio al digitale efficace?
Dovrà essere il delegato a presentarsi in modo trasparente e tracciabile al service provider munito di un attributo qualificato recante l’identità digitale del delegante. È auspicabile che queste deleghe digitali aprano la strada a nuovi scenari d’uso di servizi online. Ad esempio, un paziente potrebbe creare una delega verso il proprio medico di base abilitandolo a scaricare uno specifico referto che riporta un numero di serie che il paziente comunica al Sistema di Gestione Deleghe (SGD), permettendo così al medico/delegato l’utilizzo immediato per la cura del paziente / delegante. In questi casi, la certezza che la delega non potrà essere usata per altri scopi, permette di delegare più serenamente, per piccoli servizi online, anche persone verso le quali non si riponga lo stesso grado di fiducia necessario, invece, per delegare operazioni ben più sensibili. In questi esempi è anche netto il confronto con la delega “cartacea”: ben più falsificabile e rispendibile.

La sicurezza delle deleghe digitali è assicurata dai meccanismi crittografici previsti nei protocolli di comunicazione tra i tre sistemi coinvolti: il service provider, l’SGD e il gestore delle identità digitali del delegato, nonché dalla duplice richiesta di autenticazione nei confronti del delegato: una presso il service provider e l’altra presso l’SGD.

Per l’autenticazione all’SGD il delegato dovrà usare la propria CIE, che offre il massimo livello di sicurezza previsto dal Regolamento “eIDAS”, ovvero uno SPID almeno di livello 2 che equivale al livello di garanzia sostanziale previsto da tale norma. Inoltre, la tracciatura automatica, che sia l’SGD che il service provider effettuano su ogni singolo utilizzo di una delega, e che è resa disponibile dall’SGD sia al delegato che al delegante, costituisce un ulteriore deterrente nell’uso improprio di tali attributi qualificati, oltre a dare la possibilità al delegante di revocare in qualsiasi momento una delega digitale non riconosciuta o non più necessaria.

Angelo Bianchi
Direttore Operativo - Gruppo Maggioli

 

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Questo articolo è tratto da InformaticaMAG 3/21
Storie, idee e progetti di innovazione nella P.A.​

23 settembre 2021
Posted: 23/09/2021 10:09:51 by | with 0 comments

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