L’intero settore della sanità digitale nell’Unione sta vivendo un momento di profonda trasformazione e devoluzione, supportato dall’entrata in vigore del Regolamento European Health Data Space (EHDS). Con Martino Canonico approfondiremo le molteplici opportunità che si aprono per i soggetti pubblici e privati, e per l’economia europea nel suo complesso.
La ringraziamo, Dott. Canonico, per la disponibilità ad approfondire insieme queste tematiche. Innanzitutto, ci piacerebbe conoscere meglio l’Associazione Europea delle Farmacie Online e le sue attività.
L’EAEP è l’organizzazione che rappresenta il settore delle farmacie online legalmente registrate e operanti in Europa. I nostri associati sono farmacie pienamente conformi alla legislazione nazionale e comunitaria, che condividono un obiettivo comune: offrire ai cittadini europei un accesso sicuro, trasparente e conveniente ai medicinali e ai servizi sanitari digitali.

Martino Canonico, Head of Brussels Office della European Association of E-Pharmacies
(Associazione Europea delle Farmacie Online)
Come associazione, lavoriamo per promuovere un quadro normativo europeo e nazionale che favorisca l’innovazione e la fiducia nel canale digitale. Ciò significa dialogare con le istituzioni europee e nazionali, contribuendo ai dibattiti su temi chiave come l’e-health, la digitalizzazione del rapporto tra professionista sanitario e paziente (telefarmacia/telemedicina), e la creazione di un mercato unico farmaceutico per affrontare sfide come la carenza di medicinali e l’accessibilità sanitaria.
In sintesi, l’EAEP vuole essere una voce costruttiva per un ecosistema farmaceutico europeo più moderno, digitale e centrato sul paziente.
Una delle novità che vedremo nell’immediato futuro è il pieno riconoscimento delle farmacie online nell’Unione. Alcuni Paesi che sono stati “pionieri” in questo ambito verranno quindi affiancati dagli altri Stati Membri, come l’Italia. Quali opportunità di business intravedete per i player del mercato IT?
Il pieno riconoscimento delle farmacie online in tutta l’UE, sancito nell’EHDS, rappresenta una svolta strategica non solo per la sanità digitale, ma anche per l’intero ecosistema tecnologico che la supporta. Anche nei paesi che finora sono stati più cauti nell’approccio alle farmacie online, si aprirà un nuovo mercato per le soluzioni IT dedicate alla gestione sicura dei dati sanitari, all’interoperabilità dei sistemi, all’integrazione tra prescrizione elettronica, dispensazione e consegna dei medicinali, così come alla tracciabilità dei medicinali. È altresì uno scenario inevitabile, a fronte di una forte e continua tendenza del paziente ad utilizzare il digitale per accedere alla propria assistenza sanitaria (farmaceutica o medica): la digitalizzazione aiuta la normale evoluzione del nostro sistema, rendendolo più adatto ai bisogni del cittadino.
Per i player del mercato IT, ciò significa opportunità molto concrete: sviluppo di piattaforme conformi al Regolamento EHDS, implementazione di sistemi di identità digitale e autenticazione, tracciabilità dei farmaci o serializzazione avanzata, e servizi di telefarmacia/telemedicina e assistenza remota che migliorano la relazione digitale tra paziente e professionista sanitario.
Ma soprattutto, la vera opportunità sta nel contribuire alla costruzione di un mercato unico digitale della salute, dove i dati, i servizi e le innovazioni tecnologiche possano circolare liberamente e in sicurezza tra gli Stati Membri. È un momento unico per tutte le aziende europee che vogliono affermarsi come partner strategici della trasformazione sanitaria dell’Unione.
E’ lecito attendersi sinergie con altre iniziative e Regolamenti promossi dalla Commissione Europea, come l’Euro digitale e il Wallet di identità?
Assolutamente. L’EHDS rappresenta solo l’inizio, o meglio le fondamenta, di un futuro mercato unico europeo della sanità digitale. In questo contesto, iniziative e regolamenti della Commissione Europea, Parlamento Europeo, e Consiglio dell’EU, legati alla telemedicina e alla telefarmacia, al rimborso dei servizi sanitari digitali e a regole più moderne per l’accesso transfrontaliero ai servizi digitali si integreranno in maniera strategica. In questo senso, EHDS e le altre iniziative non sono strumenti separati, ma tasselli complementari di una sanità digitale europea integrata, sicura e centrata sul paziente. Il fine ultimo dovrà essere quello di garantire la continuità terapeutica dei pazienti in tutta l’Unione, gestendo in maniera efficiente le risorse dei vari sistemi sanitari europei.
Tecnologie innovative ed inclusione digitale, un equilibrio possibile?
Ne sono convinto. L’innovazione tecnologica e l’inclusione digitale non sono in contraddizione, anzi si rafforzano a vicenda quando vengono progettate e implementate in modo consapevole. Nel contesto delle farmacie online e della sanità digitale, le tecnologie innovative – dalla telefarmacia alla prescrizione elettronica, dai sistemi di identità digitale alla gestione del paziente cronico tramite app – devono essere accessibili a tutti i cittadini, indipendentemente dal livello di alfabetizzazione digitale o dalla regione in cui risiedono.
Garantire questo equilibrio significa investire nel digitale come strumento per molti, non per pochi, andando quindi a garantire piena complementarietà tra salute online e offline. Ciò passa dall’educazione e formazione digitale, ma anche da un quadro regolatorio che favorisca la sicurezza, l’affidabilità e la trasparenza dei servizi. In questo modo, l’innovazione diventa uno strumento per ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure soprattutto per cittadini che vivono in zone remote, con mobilità ridotta, o condizioni croniche – migliorando la continuità terapeutica.
Innovazione che vede la Commissione Europea come importante “propulsore” grazie ai fondi erogati tramite i programmi EU4Health, Horizon e Digital Europe
Ritengo che il ruolo della Commissione Europea come propulsore dell’innovazione sia fondamentale per accelerare la trasformazione digitale. I fondi erogati tramite programmi come EU4Health, Horizon e Digital Europe offrono risorse concrete per sviluppare tecnologie sicure, interoperabili e inclusive, promuovendo soluzioni che possono migliorare, ad esempio, l’accesso ai servizi sanitari digitali e l’efficienza dei sistemi sanitari nazionali. Non solo: i fondi sono principalmente un mezzo per dare vita a progetti, come MyHealth@MyHands attualmente in atto, che incoraggiano la condivisione di idee innovative e forniscono un’importante piattaforma per la loro implementazione.
In sostanza, l’innovazione finanziata dall’UE non è solo tecnologica, ma strategica: crea le condizioni per avanzare sistemi a livello di Stato Membro che siano armonizzati con il resto dei paesi e che mettano il cittadino al centro.
Brussels ha assegnato all’Italia il semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea nel corso del 2028, due anni prima della conclusione del Digital Decade (2030). Come potrebbe essere sfruttata questa prestigiosa occasione da parte del settore IT nazionale?
La Presidenza del Consiglio dell’UE nel 2028 rappresenta un’opportunità per l’Italia di avanzare i “propri” modelli di successo in diversi ambiti, tra cui quello della sanità digitale, con l’esempio della prescrizione elettronica. In vista della conclusione del Digital Decade 2030 – ancora lontano dall’essere pienamente realizzato – l’Italia potrà guidare il dibattito sull’allineamento strategico degli obiettivi di quest’ultimo con la necessaria implementazione dell’EHDS: proprio tra il 2028 e il 2029, le prime categorie di dati sanitari – quali prescrizioni elettroniche, fascicolo elettronico, etc – dovranno essere rese disponibili a livello transfrontaliero nell’ambito dell’infrastruttura MyHealth@EU.
Per le imprese IT italiane e I professionisti sanitari, ciò significa la possibilità di collaborare con istituzioni europee e partner internazionali per contribuire a creare standard tecnologici comuni per l’intero mercato unico europeo della sanità digitale. Allo stesso tempo, la Presidenza può servire come vetrina per mostrare eccellenza e competenze nazionali, rafforzando il ruolo dell’Italia non solo come consumatore, ma anche come motore di innovazione digitale europea.
In sintesi, questa occasione va interpretata come un’opportunità di leadership strategica, dove politica, tecnologia e sanità convergono per costruire un ecosistema digitale sicuro, inclusivo e centrato sul paziente in tutta Europa.
Quale messaggio o invito vorrebbe lasciare alle imprese che desiderano giocare un ruolo più attivo presso le istituzioni comunitarie e policymakers?
Il messaggio principale è che proattività e collaborazione sono la chiave per incidere davvero sulle politiche europee. Le imprese che vogliono giocare un ruolo attivo devono attrezzarsi con risorse interne finalizzate a portare la loro voce in Europa, con idee concrete, basate su dati e best practice, e impegnarsi in un dialogo costruttivo – e soprattutto continuativo – con le istituzioni comunitarie e i policymakers.
È importante comprendere che la trasformazione digitale di tutti i settori, tra i quali quello sanitario, non riguarda solo la tecnologia, ma l’intero ecosistema dei servizi, dei professionisti, e specialmente dei pazienti. Questi ultimi, e le loro rappresentanze, giocano un ruolo fondamentale nell’amplificare le richieste e necessità del cittadino in ambiti come accessibilità e convenienza (dove il digitale può fare davvero la differenza). Partecipare ai tavoli di discussione, contribuire a studi di settore, supportare iniziative e promuovere soluzioni che siano allineate con gli obiettivi UE in ambito sanitario sono tutti modi concreti per avere impatto.
In sintesi, l’invito alle imprese è chiaro: non aspettare che le regole si scrivano da sole, ma diventare parte attiva della loro definizione, contribuendo a costruire un quadro normativo che rispecchi le ambizioni e le necessità dei vari settori.